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Re-ci-pro-ci-tà

 

E' già esplosa la corsa all'Amore per S. Valentino: la pubblicità è piena di baci, i locali pululano di menù amorosi con candele e le S.p.a? Certo, non potevano mancare le offerte per due in letti fatti d'acqua o bagni caldi con massaggi rilassanti. Che tristezza! E basta con l'Amore commerciale! Ma qualcuno ha mai provato ad Amare? O lo ha mai incontrato l'Amore? Io inizio a dubitare che esista. Mi spiego.

 

Oggi ero piuttosto amareggiata e i miei cani lo hanno sentito: loro sono sensibili al nostro umore, percepiscono cosa proviamo prima ancora di parlare. Oggi Kyra mi ha dato una lezione d' amore: mi ha portato il suo giochino preferito e mi ha invitata a giocare con lei. Questo è l'Amore: sentire l'altro e stargli vicino, sempre, perché ricordiamoci che la Fedeltà animale non ha pari, quindi, stiamo vicini ai nostri amici a quattro zampe che loro sì che conoscono l'Amore!

 

Ma sono andata oltre: cosa è significato per Kyra portarmi il suo gioco? Cosa voleva da me? Solo consolarmi per il mio cattivo umore? Non credo, anche se penso sia stato il suo punto di partenza. Si è avvicinata, ha fatto lei il primo passo per strapparmi un sorriso ed ha aspettato che io giocassi con lei, dandole io qualcosa in cambio. Re- ci-pro-ci-tà.
Ecco come comincia questo splendido atto d'amore : con un atto di fede verso l'altro. L'etimologia dal latino infatti dal latino: composto di recus “indietro” e procus "avanti”, ricorda qualche cosa che torna. E siamo sicuri che se diamo qualche cosa, poi mi ritorna indietro allo stesso modo? No! Infatti se ciò non avviene non si tratta di re-ci-pro-ci-tà, ma può essere l'instaurarsi di altre modalità relazionali, ma non equilibrate.

 

Dare per primi è però il modo per iniziare a costruire un ponte, al posto che un muro. In altre culture la re-ci-pro-ci-tà è un dono, anche materiale, come per esempio in quella boscimana “Hxaro è quando prendo un oggetto di valore e te lo cedo. In seguito, molto più tardi, quando tu trovi qualcosa di buono, me lo dai. Quando poi io trovo qualcos'altro di buono, te lo do - e così trascorriamo gli anni insieme". La reciprocità è la madre della pace”(unaparolalgiorno).
Altri preferiscono donarsi aspetti più spirituali: affetti, pensieri e ricordi, ma l'oggetto della re-ci-pro-ci-tà non è importante in termini di raggiungimento dello scopo, cioè veder tornare qualcosa per co-costruire qualcosa insieme: un'Amicizia, un Amore, un rapporto.

 

Quindi? Cosa aspettiamo per S. Valentino? Siamo pronti a donare e donarci? Vogliamo costruire ponti o muri? Vogliamo lasciare spazio alla Speranza o alla Paura? Certo che spaventa dare qualche cosa e non ricevere in cambio (quasi) lo stesso: che si fa in quel caso?
Alcuni aspettano, altri rinfacciano, altri, i reduci, continuano a dare senza ricevere. In questo ultimo caso si rasenta però la patologia, quindi è meglio diffidare di chi non ci restituisce (quasi) lo stesso impegno. Le donne sopratutto hanno un sesto senso che io chiamo istinto, che ce lo fa notare, siamo noi che invece non lo vogliamo ascoltare! Quanti uomini ci dimostrano di non essere presenti, di non dialogare, di non co- costruire con noi un percorso e pur sentendolo, continuiamo a sperare. Non funziona così la re-ci-pro-ci-tà. In tal modo si distrugge, tutto!

 

Quindi credo sia utile fare chiarezza dentro di noi e piuttosto, per essere più sicuri del ritorno del dono, cercare un altro come noi che spera, magari rimasto deluso o pauroso, in modo da percorrere insieme questo ponte.
Buon S. Valentino!

 

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